
Domenica 11 maggio, in occasione della Festa della Mamma, torna l’appuntamento con L’Azalea della Ricerca di Fondazione AIRC: circa 20 mila volontari scendono in piazza per celebrare 41 anni di impegno per sostenere la ricerca sui tumori che colpiscono le donne e ricordare che il futuro della ricerca è nelle nostre mani.
Volontari e Ricercatori IFO saranno presenti presso l’atrio principale di Via Elio Chianesi e presso l’ingresso di Via Fermo Ognibene per distribuire le Azalee della ricerca a fronte di una donazione di 18 euro, nelle seguenti giornate:
Giovedì 08 maggio dalle 10.00 alle 14.30
Venerdì 09 maggio dalle 09.00 alle 13.00
È possibile fare una sorpresa alla mamma, anche a distanza, ordinando l’Azalea su Amazon. Tutti gli aggiornamenti sulla distribuzione saranno disponibili in tempo reale su airc.it
175.600 DONNE IN ITALIA HANNO RICEVUTO UNA DIAGNOSI DI CANCRO NEL 2024
In Italia solo lo scorso anno si sono stimate 175.600 nuove diagnosi nel genere femminile. I tumori più frequenti tra le donne sono quelli della mammella (53.065 nuovi casi), del colon-retto (21.233), del polmone (12.940), dell’utero (8.652), della tiroide (8.322), del pancreas (6.712), il linfoma non-Hodgkin (5.950), il melanoma cutaneo (5.872), il cancro della vescica (5.789) e dello stomaco (5.512), secondo i dati AIOM-AIRTUM.
Dal 1984 l’Azalea della Ricerca raccoglie fondi per garantire continuità a medici e ricercatori impegnati ad affrontare i tumori che colpiscono le donne. Anche grazie a questa manifestazione.
GRAZIE ALLA RICERCA 2 DONNE SU 3 SONO VIVE A CINQUE ANNI DALLA DIAGNOSI
Oggi in Italia 2 donne su 3 che si ammalano di tumore sono vive a cinque anni dalla diagnosi grazie ai costanti progressi della ricerca che hanno reso disponibili metodi per diagnosi sempre più precoci, approcci chirurgici meno invasivi e terapie più precise, mirate e meglio tollerate. Esistono però da questo punto di vista notevoli differenze tra i diversi tipi di tumore: dopo un cancro al seno l’88% circa delle donne è viva a cinque anni dalla diagnosi mentre per le donne colpite da un tumore ginecologico le percentuali sono del 79% circa per il tumore del corpo dell’utero, 68% per la cervice uterina e 43% per l’ovaio. La diagnosi precoce ha un ruolo fondamentale nell’aumentare le probabilità di superare la malattia. Nel tumore dell’ovaio, per cui ancora non esistono test specifici per la diagnosi precoce, l’80% circa dei casi viene identificato quando la malattia è già progredita, riducendo notevolmente le probabilità di guarigione. Gli scienziati stanno lavorando al miglioramento delle cure con la messa a punto di nuovi chemioterapici. Tra i composti recenti vi sono alcuni prodotti naturali come un potente maitansinoide estratto da una pianta veicolato da anticorpi che lo concentrano nel tumore. Ed è a volte usata in seconda linea la trabectedina, di origine marina, sviluppata da Maurizio D’Incalci e dal suo gruppo, oggi presso IRCCS Istituto Clinico Humanitas, grazie al sostegno continuativo di AIRC. Inoltre si sta studiando l’introduzione di terapie a bersaglio molecolare, usate sia come prima linea di trattamento, sia in caso di recidiva. E si stanno cercando metodi innovativi per la diagnosi precoce (La fonte sui numeri di incidenza e mortalità è “I numeri del cancro in Italia 2024” a cura di AIOM-AIRTUM).
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Informazioni e punti di distribuzione su azaleadellaricerca.it