Nell’attuale emergenza, l’immediata strategia terapeutica per contrastare la malattia COVID-19 è nota come drug repurposing, ossia utilizzare contro il COVID-19 farmaci già in uso clinico e approvati per altre patologie. Farmaci pre-esistenti possono essere cioè “riutilizzati” sulla base di presunti meccanismi patogenetici comuni ad altre infezioni virali o altre malattie, vedasi i casi del remdesivir o del tocilizumab, giusto per citare quelli diventati più famosi nelle scorse settimane. Tuttavia, le strategie di drug repurposing si possono ulteriormente perfezionare facendo uso dei big-data e della biologia computazionale capaci di integrare enormi quantità di dati farmacologici e biologici della patologia per identificare rapidamente riposizionamenti mirati ed efficienti di farmaci.
Nell’ editoriale, pubblicato su “Drug Discovery Today”, viene analizzata da Luca Cardone e Gennaro Ciliberto dell’Istituto Regina Elena la possibilità di implementare modelli di drug repurposing con analisi computazionali, per identificare nuove terapie contro COVID-19, per validare le terapie in sperimentazione o per meglio definirne gli ambiti di applicazione.
Nell’articolo, sono proposti approcci di investigazione per ispirare la comunità scientifica verso questa promettente direzione di studio, alla quale anche l’Unità di Immunologia e immunoterapia IRE sta contribuendo.