ISG: 1° Congresso Internazionale sul trattamento del paziente fragile in chirurgia plastica durante la pandemia. Cosa è successo, cosa è cambiato.

Eventi, Notizie    0 Commenti     27/09/2021

Il 1° ottobre dalle ore 9:00 si svolge a Roma il primo Congresso Internazionale dal titolo “Il trattamento del paziente fragile in chirurgia plastica durante la pandemia COVID-19: cosa è successo e cosa è cambiato”.
Presidente del congresso è Emilia Migliano Responsabile della Chirurgia Plastica, IRCCS  Istituto San Gallicano.

Portano i saluti istituzionali Annamaria Parente Presidente della 12° Commissione Permanente Igiene e Sanità del Senato, Alessio D’Amato Assessore alla Sanità e Integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio, Maria Novella Luciani, Direzione Generale della Ricerca e Innovazione in Sanità, Ministero della Salute Laura Figorilli Direttore Generale ff IFO, Branka Vujovic Direttore Sanitario Aziendale IFO, Aldo Morrone Direttore Scientifico Istituto Dermatologico San Gallicano, Gennaro Ciliberto Direttore Scientifico Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, Carlo Magliocca. Presidente SICPRE – Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica.

L’evento si terrà presso la sala meeting Crowne Plaza Rome – St. Peter’s. 

“Il COVID-19 ha comportato una profonda rimodulazione dei servizi e delle attività sanitarie nazionali ed internazionali – ha spiegato in una nota Aldo Morrone – mostrando al contempo gli effetti di una vera e propria sindemia. La pandemia infatti si acuisce e interagisce con le disparità esistenti nelle malattie croniche e nei determinanti sociali di salute, ponendo al centro della riflessione anche la corretta gestione delle molteplici fragilità sanitarie, psicologiche e sociali emerse durante i mesi dell’emergenza.
“I reparti di Chirurgia Plastica  si sono così trovati ad affrontare nuove sfide, procedendo ad un riassetto organizzativo volto alla tutela della sicurezza del paziente in particolar modo di quello più fragile – ha evidenziato Emilia Migliano. – Grazie ad una profonda razionalizzazione delle risorse e a scelte chirurgiche programmate in modo attento sono stati salvaguardati tutti i trattamenti chirurgici di tipo neoplastico e traumatologico, senza trascurare i pazienti più anziani e le situazioni particolari quali la gravidanza, i pazienti disabili, detenuti, affetti da HIV, homeless, rifugiati politici e migranti. Questo è avvenuto malgrado ci sia stata una riduzione importante dei posti letto e un cambiamento significativo nell’organizzazione dell’attività lavorativa allo scopo di rispettare le disposizioni ministeriali relative alla necessaria limitazione delle attività specialistiche durante l’emergenza. Oggi possiamo misurare gli effetti qualitativi e quantitativi della pandemia causata dal SARS-CoV-2 sulle attività ordinarie delle unità italiane di Chirurgia Plastica, mettendo a confronto le esperienze maturate durante la fase acuta della pandemia e subito dopo. I risultati evidenziati nel corso del Congresso permetteranno di prepararci ad affrontare le prossime sfide.”

 

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