“Women for Women against Violence – Camomilla Award”: grazie Elga!

Eventi, Notizie, Solidarietà    0 Commenti     12/05/2022

Parata di stelle alla VII edizione di “Women for Women against Violence – Camomilla Award.” L’evento tv al femminile dedicato alle donne vittime di violenza di genere e a quelle che combattono il tumore al seno

Quasi sempre si parla di chi muore e non ce la fa, Women for Women, attraverso testimonianze autentiche, vuole invece parlare di vita e dar voce a chi non smette mai di combattere e vince ogni giorno, e lo fa raccontando anche il difficile percorso di rinascita che tante donne devono affrontare in solitudine, offrendo però un messaggio di speranza e incoraggiamento: dalla violenza – qualsiasi essa sia – si può uscire.

L’evento, quest’anno nella versione “Celebrity Edition”, ruota attorno ai racconti delle esperienze di vita delle Celebrity per far comprendere che queste esperienze segnano indistintamente chi le vive, condotta da Arianna Ciampoli e Beppe Convertini, per la regia di Antonio Centomani, e sarà trasmesso su RAI DUE il 4 giugno alle 17.00.

L’iniziativa“Women for Women against Violence – Camomilla Award” è concepita e realizzata dalla Presidente dell’Associazione Consorzio Umanitas, Donatella Gimigliano, in collaborazione con Urban Vision.

Condividiamo qui la testimonianza di Elga Magrini, paziente dell’Istituto Regina Elena, donna forte e coraggiosa che ha raccontato il suo percorso di malattia, l’insegnamento di vita che ne ha tratto, la forza che l’accompagna ancora oggi. Elga è stata premiata dalla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti e dalla capogruppo di Italia Viva alla Camera dei Deputati, Maria Elena Boschi.

“La dignità che mi sono ripresa dal cancro

Mi chiamo Elga.
Ma potrei chiamarmi Lucia, Anna, Gloria: siamo tutte uguali davanti ad un tumore.
Nel 2016 ho avuto un cancro al seno piuttosto esteso.
Il cancro è una malattia che si affronta, con la forza del nostro coraggio, e con la determinazione a tornare in fretta a come eravamo.
Ci si sperimenta soli, anche se fra mille persone, a difendere la dignità e il diritto alla normalità.
Emotivamente è stato un duro colpo che ha generato in me smarrimento e conflitti interiori di ogni genere. E’stato come essere investiti inaspettatamente da un treno: il dolore fisico, l’ansia, il terrore, lo sconforto mi hanno sovrastata.

Ad un tratto ho perso il controllo della mia vita e ho dovuto lasciare che fossero gli altri a prendersi cura di me. Affidarmi….. all’amore di mio figlio, che con forza e senza commiserazione mi ha sostenuto; ai medici straordinari dell’istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma; è stata un paracadute; al mio eccezionale chirurgo Prof. Botti, che con professionalità e umanità mi ha accompagnata nel percorso terapeutico; alla mia accogliente e competente oncologa, Dott.ssa Fabi che mi ha seguito nella comprensione di ciò che mi stava accadendo; alla case manager della senologia, che mi ha orientato costantemente, alla mia psicologa, che mi ha sostenuto e nei momenti più duri; agli infermieri; ai farmaci pesanti e soprattutto…. all’amore che ho per la vita.

All’inizio tutto mi passava davanti come in un film in cui però a me avevano tolto la parte, mi sentivo estraniata, …fuori dalla vita.
Sono riuscita faticosamente a trasformare il “perché proprio a me?” in “perché non a me?”.
Non ho affrontato questa malattia con il sorriso, anzi, all’inizio ero molto arrabbiata … ce l’avevo con la vita, con il destino.
Nonostante il dolore però con il tempo sono riuscita a trasformare la paura in forza e la rabbia in determinazione.
Ripetevo a me stessa: “Dov’è quella ragazza forte, appassionata, piena di sogni, che non sopporta le ingiustizie, che pensava di cambiare il mondo?”. Ho soffocato i tanti timori, ho imparato un nuovo significato di forza, di resilienza e….….
di fronte a questa sfida ho scelto di starci … con dignità, fermezza e grinta.
Nei vari percorsi, ho scoperto la forte solidarietà femminile, ho conosciuto donne spettacolari. Con loro ho scambiato confidenze, emozioni, perplessità anche con ironia, una sorellanza autentica…
Non mi sono mai sentita una guerriera, perché la malattia non è una guerra, in cui c’è chi vince e c’è chi perde è una cosa brutta che capita, indipendentemente da chi tu sia.

Sapevo che avevo un cancro al seno, ma avevo chiaro che io non ero il cancro, ero altro: … ero sempre la stessa persona di prima, con una precisa esperienza di vita e una specifica identità. Non ero colpevole, tantomeno identificabile con la malattia.

Il primo passo è stato tornare al più presto in ufficio e riprendere il mio amato lavoro, con persone magnifiche che mi hanno capita e supportata tantissimo.
Ho riconquistato il mio posto… sono grata a tutti quelli che grazie alla loro sensibilità hanno permesso che ciò avvenisse.
Essere considerata persona e non “la malattia” o ancor peggio “la malata” è stata per me la chiave per risalire la china, per tornare a vivere con la dignità che mi spetta come persona e con un senso ancor più profondo del valore della vita.
Rivendico pertanto nei riguardi della malattia, così come per tutte le mie compagne e compagni di avventura, il diritto all’oblio oncologico, perché il malato non può vivere uno stigma che perdura dopo la guarigione.

Oggi infatti ho sempre i miei capelli biondi e il mio sguardo fiero.
Io sono Elga”

Grazie ad Elga per questa bella testimonianza!

Il 4 giugno p.v. sarà possibile vedere e ascoltare altre 3 storie straordinarie :Filomena Lamberti, sfregiata con l’acido dal marito cui aveva ribadito la sua volontà di separarsi, raccontata dall’attrice Lucianna de Falco,  Carolina Marconi, ha raccontato la diagnosi di tumore al seno e il suo sogno di diventare madre sospeso…, ed ancora Luca Tomassini, la storia del padre violento che mandò in coma la mamma, l’infanzia difficile del coreografo internazionale vittima di bullismo, interpretato dall’attore Luca Capuano. Molti inoltre i premiati con il “Camomilla Award” (il fiore di Camomilla che simboleggia la forza e la solidarietà, in fitoterapia viene usato per aiutare le piante malate a guarire), che si sono distinti per il loro impegno contro la violenza di genere e per la sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore al seno.

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