DG IFO al convegno sulle nuove sfide dell’oncologia

Eventi, Notizie    0 Commenti     29/11/2022

Si è appena concluso presso il Palazzo della Regione Lazio il convegno dal titolo “Dalla prevenzione dei tumori all’importanza della diagnosi e del trattamento precoce.” L’evento ha visto la partecipazione di Marina Cerimele, Direttore Generale IFO. Ha aperto i lavori Roberto Ieraci, Responsabile scientifico Campagna di Vaccinazione Regione Lazio e a seguire hanno parlato tra gli altri, Alessio D’Amato, Assessore alla Sanità Regione Lazio, Walter Ricciardi, Board Cancer Europeo, Alessandra Barca, Dirigente Area Prevenzione Direzione Sanità Regione Lazio.

Marina Cerimele ha sottolineato l’importanza della vaccinazione contro l’ HPV, un presidio fondamentale nel prevenire non solo il carcinoma della cervice uterina, ma anche i tumori testa-collo, che fino a qualche anno fa colpivano soprattutto le persone anziane mentre oggi, a causa del virus, coinvolgono tanti giovani.

I progressi della scienza stanno fortemente modificando il paradigma della prevenzione oncologica, oltre che della presa in carico e del trattamento precoce del paziente. Per quanto riguarda la prevenzione oncologica primaria e secondaria, il 17 novembre 2020 l’OMS ha lanciato la “Strategia globale per accelerare l’eliminazione del tumore cervicale come problema di salute pubblica” per cancellare definitivamente la malattia entro pochi decenni. Uno dei punti chiave della strategia è rappresentato dagli obiettivi “90-70-90” da raggiungere entro il 2030: 90% delle ragazze vaccinate con tutti i richiami previsti contro l’HPV entro i 15 anni di età; 70% delle donne sottoposte a screening entro i 35 anni e ancora entro i 45 anni di età; 90% delle donne con diagnosi di tumore della cervice sottoposte a trattamento.
Per quanto concerne la presa in carico, l’impiego degli IO nei setting precoci di malattia consente più interventi chirurgici con intento curativo, offrendo l’opportunità di ridurre il burden complessivo della patologia eliminando procedure e trattamenti futuri laddove il paziente risultasse guarito. Una presa in carico precoce permette al paziente di vivere più a lungo impedendo alla malattia di progredire verso forme più avanzate a prognosi peggiore. L’opportunità di evitare trattamenti successivi si traduce in benefici clinici ed economici per il sistema Paese.

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