Domenica 14 maggio, Festa della Mamma, l’Azalea della Ricerca di Fondazione AIRC torna a colorare tantissime piazze in tutta Italia per sostenere i ricercatori impegnati a trovare diagnosi sempre più precoci e terapie più efficaci per i tumori che colpiscono le donne.
Giovedì 11 maggio ricercatori e volontari saranno presenti dalle 8.00 alle 18.00 presso l’ingresso principale IFO per distribuire le Azalee della ricerca a fronte di una donazione di 18 euro, insieme verrà consegnata la speciale Guida con informazioni sulla prevenzione età per età.
È possibile fare una sorpresa alla mamma, anche a distanza, ordinando l’Azalea su Amazon. Tutti gli aggiornamenti sulla distribuzione saranno disponibili in tempo reale su airc.it
“La forza delle donne” è il messaggio che AIRC vuole trasmettere attraverso questa campagna per tutto il mese di maggio: la stessa forza che parte dalla ricerca, arriva alle pazienti, e si moltiplica grazie al sostegno delle persone che sono loro vicine e se ne prendono cura ogni giorno
In 39 anni di vita l’Azalea della Ricerca è diventata il simbolo di questa ricorrenza, un fiore speciale da regalare alla mamma e a tutte le donne, una preziosa alleata per la salute al femminile che ha permesso nel tempo di raccogliere oltre 290 milioni di euro, risorse che hanno consentito ai migliori scienziati oncologici di lavorare senza interruzioni, nel tentativo di diagnosticare più precocemente tutte le forme di cancro e di curare con maggiore efficacia tutte le pazienti.
LA FORZA DELLE DONNE, LA FORZA DEI LEGAMI
Per affrontare la malattia è importante poter contare su famigliari e amici. Lo racconta Francesca, volto della campagna insieme alla mamma Antonella: una luce sempre pronta a illuminare i momenti più bui. “Si dice che ‘la mamma è sempre la mamma’ e non potrei essere più d’accordo. È stata con me ogni minuto, da quando mi hanno detto che avevo un linfoma di Hodgkin, mi ha accompagnata a ogni visita, a ogni seduta di chemioterapia, a ogni ricovero; è stata la mia forza. Dico sempre che senza i miei affetti non ce l’avrei fatta: la mia famiglia, il mio compagno, gli amici, quelli veri, mi hanno sostenuto ogni giorno durante la battaglia contro il cancro. Sono sincera quando dico che da sola non so se ce l’avrei fatta!”. Videostoria di Francesca disponibile a questo link
DONNE E CANCRO: DIAGNOSI IN AUMENTO
Lo scorso anno nel nostro Paese sono stati stimati oltre 185.000 nuovi casi di tumore nella popolazione femminile, circa 10.000 in più rispetto al 2019, anno che precede lo scoppio della pandemia. I tumori più frequenti sono stati quelli di: mammella (55.700), colon-retto (20.100), polmone (14.600), utero (10.200), tiroide (8.700), pancreas (7.900), linfoma non-Hodgkin (6.300), stomaco (5.900), vescica (5.900), melanoma (5.700).1
ADERIRE AGLI SCREENING È IMPORTANTE
Gli screening, proposti gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale per alcune patologie e ad alcune fasce della popolazione, consentono di individuare lesioni precancerose oppure la presenza di un tumore quando è ancora allo stadio iniziale. L’adesione ai programmi di screening in Italia è ancora troppo bassa – secondo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Emblematico è il caso del cancro al colon-retto, il secondo tumore più diagnosticato tra le donne: 7 persone su 10 non effettuano gli esami raccomandati per la sua individuazione precoce.
LA RICERCA SCOPRE UNA NUOVA STRATEGIA TERAPEUTICA PER IL TUMORE DEL COLON
Insieme agli screening, la principale alleata delle pazienti è la ricerca. Negli ultimi anni la sopravvivenza delle donne a 5 anni dalla diagnosi di cancro ha raggiunto il 65% grazie agli importanti risultati ottenuti dagli scienziati. Alberto Bardelli, Direttore Scientifico di IFOM, l’istituto di oncologia molecolare di Fondazione AIRC e Professore Ordinario all’Università di Torino, con il suo gruppo di ricerca ha recentemente individuato attraverso studi preclinici una strategia terapeutica che potrebbe rendere sensibili all’immunoterapia i tumori del colon in fase metastatica, che nel 95% dei casi non rispondono a questo tipo di trattamento. “Come i bombardieri di notte, i tumori spesso si nascondono e non si fanno riconoscere dal nostro sistema immunitario. Noi vogliamo accendere le loro ‘luci di posizione’, in modo che diventino visibili. Il nostro prossimo obiettivo è portare i risultati di questo studio di laboratorio in una sperimentazione clinica a beneficio dei pazienti”.
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