Agli IFO, dal 17 al 22 settembre, le occasioni per informarsi sul tema Sicurezza delle cure non mancano. Una campagna social di sensibilizzazione, un evento di patient education e la presenza di punti di accoglienza all’interno degli Istituti dove i laureandi in infermieristica e i volontari, dialogano, fanno informazione e distribuiscono materiale illustrativo. Il fil rouge di queste iniziative è promuovere il coinvolgimento informato del paziente/cittadino al fine di rafforzare quell’alleanza terapeutica fondamentale per il miglioramento della qualità e della sicurezza delle cure.
Quest’anno in occasione della Giornata sulla sicurezza delle cure e della Persona assistita (17 settembre), abbiamo acceso i riflettori su alcuni semplici gesti che possono fare la differenza nel percorso di cura del paziente:
1. Esprimere serenamente i propri bisogni assistenziali durante il percorso di cura. Al fine di favorire una assistenza personalizzata: la migliore possibile per le proprie necessità.
2. Fornire informazioni accurate sulla propria storia medica assicurandosi di comunicare apertamente con il medico/infermiere. Lo scopo è aiutare gli operatori sanitari al corretto inquadramento della patologia, in tutte le fasi diagnostiche e terapeutiche. In tal senso, sarebbe utile che il paziente si preparasse, per quanto possibile, a rispondere alle domande rivolte dal medico durante la prima visita, riguardo la storia di salute familiare; la propria storia generale, ossia le abitudini e gli stili di vita; la propria storia delle malattie, ossia il percorso medico passato e presente, anche elaborando una lista dei farmaci che sta assumendo e del loro dosaggio.
3. Porre tutte le domande per essere consapevoli del proprio stato di salute e del trattamento. E’ sempre importante porre domande ed esprimere le proprie preoccupazioni al team sanitario: il medico di medicina generale, gli specialisti, gli infermieri. Inoltre può essere di aiuto che un familare partecipi alla relazione di cura. E se lo si ritiene opportuno si può sempre richiedere una seconda opinione ad un altro professionista.
Un paziente “partner” del team sanitario, pertanto, può migliorare in maniera significativa la qualità delle cure e ridurre il rischio di eventi avversi connessi alle prestazioni. L’Oms ha per questo individuato delle strategie da attuare per il coinvolgimento attivo dei pazienti:
1. Sviluppo di politiche e programmi con i pazienti: coinvolgere i pazienti, le famiglie e le organizzazioni nello sviluppo congiunto di strategie, programmi e linee guida per rendere l’assistenza sanitaria più sicura.
2. Imparare dall’esperienza del paziente per migliorare la sicurezza e favorire lo sviluppo di soluzioni sempre più efficaci.
3. Informazione ed educazione ai pazienti e alle famiglie, per il loro coinvolgimento nella cura di sé e promuoverne l’autoconsapevolezza, per un processo decisionale condiviso.
Essere protagonisti attivi del percorso diagnostico-terapeutico, contribuisce non solo alla sicurezza delle proprie cure, ma anche a quella del sistema sanitario nel suo complesso. E’ una tematica importante per gli IFO Regina Elena e San Gallicano, impegnati ogni giorno ad essere garanti degli assistiti, per aiutarli a fare scelte consapevoli per la propria salute, supportarli nella difesa dei propri diritti, accrescere il loro ruolo di promotori di buon pratiche di sicurezza.
Aiutaci a migliorare la qualità delle prestazioni.
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Riconsegna, per favore, il questionario compilato presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico IFO. Le siamo davvero grati per la collaborazione.