L’IRE all’International Cancer Immunotherapy Conference, evento sulle nuove frontiere dell’immunoterapia

Eventi, Notizie    0 Commenti     22/09/2023

Si sta svolgendo a Milano e per la prima volta in Italia, l’International Cancer Immunotherapy Conference: Translating Science into Survival (20-23 settembre). L’evento, che vede la partecipazione di Paola Nisticò, Responsabile della Unità di Immunologia e Immunoterapia dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e membro del direttivo del Network italiano per la Bioterapia dei tumori (Nibit), coinvolge più di 40 relatori tra cui il premio Nobel Jim Allison ed oltre 600 lavori da scienziati di 38 nazioni. Una preziosa occasione di confronto sulle nuove frontiere della immunoterapia del cancro, cioè di quell’approccio terapeutico che sfrutta il sistema immunitario per combattere ed eliminare le cellule tumorali.

Gli esperti dichiarano che i vaccini a mRNA dopo quasi 20 anni di studi e ricerche, iniziano a dare importanti risultati come terapia anti-cancro, tanto che si stima che tra pochi anni saranno pronti per entrare in clinica. Sono più di 40 i vaccini anti-cancro a mRNA alla verifica clinica nel mondo, in diverse patologie tumorali, come il melanoma, il tumore della prostata, il tumore polmonare non a piccole cellule, il tumore mammario triplo negativo, il tumore colorettale e altri tumori solidi.

Primo il melanoma, a seguire il tumore del colon retto e del pancreas
Molto incoraggianti sono i risultati del vaccino a mRNA contro il melanoma, la cui sperimentazione dovrebbe entrare in Fase III, l’ultima prima dell’approvazione finale, entro il prossimo anno. I dati a due anni dalla somministrazione di questo vaccino mostrano una riduzione del rischio di recidiva o morte del 44% in chi lo ha ricevuto in combinazione con la “tradizionale” immunoterapia.

Non solo vaccini
“Grazie alle nuove tecnologie è possibile studiare il microambiente tumorale a livello di singola cellula e la loro localizzazione nel tessuto, così da generare una carta d’identità del tumore stesso – sottolinea Paola Nisticò.– La cellula tumorale vive in un tessuto e “convive” con una serie di cellule, anche sane, che può “corrompere”. C’è, insomma, una continua reciprocità di comunicazione tra tutte le cellule che costituiscono il microambiente tumorale, che noi definiamo ecosistema, che non è però unico, ma ha delle particolari firme. Con le nuove tecnologie oltre a individuare i “profiling spaziali”, cioè una sorta di gps che ci dice come le cellule sono localizzate in un tessuto, rivelano anche quanto quelle vicine le une alle altre interagiscano e attivino una serie di segnali in grado di favorire la cellula tumorale e mettere fuori gioco il sistema immunitario. Questo è fondamentale anche per capire il fenomeno della immunoresistenza, ovvero se e quanto sia dettata dalla spazialità delle cellule che comunicano tra loro, se dipende dalla scelta della cellula partner, se ci sono binari o facilitazioni per cui le cellule stanno a contatto tra loro. Questo tipo di ricerca ci permette anche di capire come le cellule del sistema immunitario si localizzano e si organizzano insieme per riuscire a rispondere meglio al tumore».

E qui entra in gioco anche l’intelligenza artificiale. “Ogni singola cellula ha innumerevoli geni e proteine e le analisi con le nuove tecnologie generano milioni di dati che l’intelligenza artificiale è in grado di elaborare. Grazie a questi algoritmi potremo capire se questi gruppi di geni e proteine corrispondono a un particolare contesto tumorale e individuare i percorsi per mettere fuori gioco le cellule tumorali e avvantaggiare il sistema immunitario”.

Leggi articolo di approfondimento del Sole 24 Ore

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