Giornata Mondiale Tumore Pancreas: i progressi della Ricerca

Notizie    0 Commenti     16/11/2023

Giovedì 16 novembre si celebra la Giornata Mondiale del Tumore al Pancreas.

L’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) aderisce alla campagna di sensibilizzazione e fa il punto sui traguardi della ricerca nella diagnosi e cura di una patologia silente, aggressiva e ancora poco conosciuta.

Il tumore del pancreas è in aumento a causa di vari fattori, tra cui l’invecchiamento della popolazione e uno stile di vita poco sano.

Nel 2022 sono stati stimati in Italia 14.500 nuovi casi. Purtroppo, questo tumore è tra i principali killer, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni inferiore al 10%. Il tumore al pancreas in fase iniziale è asintomatico. Per questo la diagnosi precoce è difficile da ottenere. Sintomi più evidenti compaiono quando la malattia è in fase avanzata. Possono così manifestarsi perdita di peso, ittero (colorazione gialla degli occhi e della pelle), dolore caratteristico “a barra” nella parte superiore dell’addome. Una percentuale di pazienti che va dal 10 al 20 per cento può essere colpita anche da diabete.

La terapia chirurgica è tra le opzioni di prima scelta per il tumore in fase iniziale, all’intervento potrebbe essere associata la chemioterapia. La buona gestione del paziente, richiede un approccio multidisciplinare, che prevede la collaborazione di chirurghi, oncologi, radioterapisti, patologi, gastroenterologi ed endoscopisti.

La ricerca è l’unica strada per combattere questa patologia così difficile da curare. All’Istituto Regina Elena i ricercatori sono impegnati su tutti i fronti dallo sviluppo di test per la diagnosi precoce, a nuovi farmaci e strategie terapeutiche.

STUDIO PRECLINICO PER TEST DIAGNOSTICO
La mancanza di programmi di screening adeguati è un fattore significativo che influisce sulla diagnosi tardiva, l’identificazione del tumore nelle sue fasi iniziali potrebbe contribuire a ridurre il tasso di mortalità fino all’80%. Il progetto LASERBLOOD (Biophotonic Nanoparticleenabled Laser Blood Test for Early Detection of Pancreatic Cancer) al quale partecipa il gruppo dell’Unità di ricerca Traslazionale IRE SAFU diretto dalla biologa molecolare Giulia Piaggio, mira proprio a colmare questo gap. L’ obbiettivo è quello di sviluppare un test diagnostico basato sull’uso di nanotecnologie non invasive e innovative tecniche di imaging, per intercettare nel sangue dei pazienti biomarcatori circolanti in ogni fase della progressione della malattia, fin dai primi momenti del suo sviluppo. I risultati possono fornire le basi scientifiche e tecnologiche per lo sviluppo di un test sul sangue per lo screening del tumore al pancreas su larga scala. L’IRE è una delle unità del consorzio ed è dedicata allo sviluppo di modelli preclinici. Il consorzio è diretto da una biotech italiana che insieme alla Sapienza si occupa dello sviluppo delle nanotecnologie. Partecipano  anche la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio Medico di Roma e l’università tedesca di Erlangen. Il progetto è finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del programma Pathfinder.

PROGETTO PER LO SVILUPPO DI UNA TERAPIA METABOLICA CHE POTENZI L’EFFICACIA DELLA CHEMIOTERAPIA
L’Unità traslazionale di Ricerca Oncogenomica ed Epigenetica, diretta da Giovanni Blandino, è impegnata con tre importanti progetti. Uno studio è focalizzato  a caratterizzare i diversi tipi di cellule del microambiente tumorale, dette fibroblasti, che hanno un ruolo importante nel favorire lo sviluppo tumorale. “Mi occupo – spiega Francesca Romana Auciello, vincitrice della borsa di studio finanziata da fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro – di individuare le caratteristiche metaboliche specifiche di quei fibroblasti che più supportano la progressione del cancro al pancreas, probabili target in futuro di una terapia metabolica, da combinare con l’attuale chemioterapia standard, nella speranza di ottenere una maggiore efficacia.”

PROGETTO PER LO SVILUPPO DI UN FARMACO CHE AUMENTA L’ATTIVITA’ DI SOPPRESSIONE TUMORALE DI P53
Il secondo studio  è un progetto TRANSCAN EU Francia-Italia-Israele. L’obiettivo principale sarà quello di sviluppare dei nuovi farmaci, volti a potenziare l’attività di soppressione tumorale del noto oncosoppressore p53. Innovativo sarà il metodo attraverso il quale i nuovi farmaci saranno somministrati. Si useranno infatti delle nanoparticelle lipidiche, le stesse utilizzate nei vaccini anti-COVID, che rilasceranno il loro contenuto in maniera altamente efficiente e specifica, sotto controllo radioterapico. “Ci aspettiamo – precisa Giovanni Blandino –  che la somministrazione di nuovi composti, che potenziano l’attività oncosopressoria di p53, possa ottenere l’effetto di riprogrammare le cellule di tumore al pancreas, rendendole più sensibili alle diverse terapie.”

PROGETTO PER LO SVILUPPO DI UN NUOVO FARMACO A BERSAGLIO MOLECOLARE
Il terzo progetto di ricerca dell’Unità traslazionale di Ricerca Oncogenomica ed Epigenetica IRE, su cui è impegnato il ricercatore Gianluca Bossi, è orientato a validare la proteina MKK3 come bersaglio molecolare per lo sviluppo di un nuovo farmaco nell’adenocarcinoma duttale pancreatico, anche in combinazione con la chemioterapia. La studio utilizza organoidi, vale a dire modelli sperimentali che vengono generati a partire dai tumori dei pazienti.

STUDIO CLINICO SUL FARMACO DECITABINA CONTRO L’ADENOCARCINOMA DUTTALE PANCREATICO
Tra le cause genetiche che favoriscono la formazione e progressione del tumore pancreatico, l’oncogene K-RAS ha un ruolo chiave.  La ricerca ha già dimostrato in vari modelli pre-clinici che i tumori KRAS-dipendenti sono sensibili all’azione di un noto farmaco, la decitabina già approvato in passato dall’American Food & Drug Administration per il trattamento della leucemia mieloide acuta. I pazienti selezionati con screening molecolare ne potrebbero beneficiare, grazie quindi ad un approccio di “riposizionamento” del farmaco, cioè nuove indicazioni terapeutiche per farmaci conosciuti, altrimenti detto “Drug repurposing”.
L’Istituto Regina Elena è coinvolto in uno studio clinico multicentrico che indaga l’attività della decitabina su pazienti con adenocarcinoma duttale pancreatico KRAS-dipendente avanzato e resistenti alle terapie. Lo studio, finanziato da Anticancer Fund, coinvolge oltre all’IRE, l’AOUI di Verona, il Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, l’Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale” di Napoli, l’Ospedale San Raffaele/Università Vita Salute di Milano, e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa.

Questi progetti mostrano il forte orientamento dell’IFO alla ricerca traslazionale e all’attenzione alla diagnosi di mutazioni geniche. L’utilizzo di farmaci già noti per terapie sempre più mirate rappresenta inoltre una innovazione nella sanità pubblica che riduce costi e tempi. Investire nella “Drug repurposing” in oncologia è un’opportunità potenziata oggi dall’utilizzo di big data e Intelligenza Artificiale. Le banche dati a disposizione,  la capacità computazionale per elaborare una grande mole di informazioni e gli algoritmi utilizzati per l’estrapolazione di specifici dati stanno rivoluzionando la ricerca oncologica sperimentale. Oggi, grazie anche alle collaborazioni nazionali ed internazionali, si lavora su molti più dati e si velocizzano i risultati della ricerca che consentono anche la rapida validazione di nuove indicazioni per farmaci già in uso.

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