Sono stati presentati oggi 17 gennaio, all’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena i nuovi spazi di laboratorio dedicati alle colture cellulari. I locali sono intitolati alla memoria di Daniela Bona e Marianna Desideri venute a mancare qualche tempo fa.
E’ stato un momento molto sentito dal personale della ricerca IFO, legato alle due colleghe da profonda stima e affetto. Ma anche un’occasione di festa per la recente assunzione a tempo indeterminato dei professionisti della ricerca degli Istituti. Un traguardo storico che avrebbe coinvolto anche Daniela e Marianna.
All’inaugurazione erano presenti il Direttore Generale f.f. Laura Figorilli e il Direttore Scientifico Gennaro Ciliberto.
“E’ questo un momento felice e non allo stesso tempo – dichiara Ciliberto.- Felice perché inauguriamo un’area laboristica nuova, bella e confortevole dedicata alle colture cellulari. Nel frattempo ricordiamo due persone a noi care, Daniela Bona e Marianna Desideri che oggi avremmo voluto con noi. Voglio ringraziare i ricercatori che hanno avuto l’idea di dedicare questi spazi alle nostre amiche. In particolare voglio ringraziare Silvia Soddu e Donatella Del Bufalo che sono state le ideatrici principali dell’iniziativa con la partecipazione di tutti. Daniela e Marianna hanno lavorato con impegno e per tantissimo tempo nei nostri Istituti, purtroppo non sono riuscite a “godere” del frutto del loro lavoro. Daniela la ricordo molto attiva e determinata, una figura che si è spesa davvero tanto nel processo di stabilizzazione di quella che noi chiamiamo la Piramide dei Ricercatori.”
“E’ importante per noi ricordare sempre Marianna e Daniela – ha aggiunto Laura Figorilli, Direttore Generale IFO – e coinvolgere le famiglie di queste due persone meravigliose, nel lavoro che i nostri Istituti proseguono anche in loro ricordo.”
“Marianna – ha sottolineato la ricercatrice Del Bufalo – è stata un elemento indispensabile per la nostra attività. Era una persona riservata, sempre sorridente che lavorava tanto e bene. Il suo contributo è proseguito anche dopo la sua scomparsa, abbiamo infatti continuato a pubblicare tanti studi ancora con il nome di Marianna.”
Altre colleghe molto emozionate, hanno voluto rivolgere un pensiero alle loro colleghe e amiche.
Nei nuovi locali si svolge in maniera ancora più agile e organizzata l’intensa attività di ricerca oncologica di base con tecniche di coltura cellulare. Tale metodica consente di studiare il comportamento delle cellule tumorali al di fuori dell’organismo vivente in condizioni artificiali che riproducano, quanto più fedelmente possibile, il microambiente tumorale del tessuto o dell’organo da cui derivano. Gli esperimenti eseguiti su cellule in coltura vengono definiti “in vitro” per distinguerli da quelli “in vivo” che sono eseguiti sull’organismo vivente. La ricerca di base è un punto di partenza fondamentale per capire ad esempio i meccanismi che regolano l’espressione dei geni e che a volte portano la cellula a trasformarsi in un tumore, e quindi favorire in ultima analisi lo sviluppo di nuovi farmaci mirati a bersagli precisi.
Dal laboratorio alla cura: tutto comincia a partire dalle scoperte della ricerca di base
La ricerca di base che si svolge in IFO è un tipo di ricerca detta traslazionale, perché verifica la possibilità di trasformare le scoperte scientifiche del laboratorio in applicazioni cliniche di diagnosi e cura per i pazienti. Viene ben rappresentata dalla frase “dal bancone del laboratorio al letto del paziente” (from bench to bedside). Nei nostri IRCCS costruiamo un ponte tra la ricerca e la medicina: i ricercatori conoscono la ricerca di base e allo stesso tempo hanno grande capacità di comprendere le necessità della pratica clinica.
Il ponte è a due sensi di marcia: le informazioni che arrivano dal laboratorio vengano tradotte in strumenti clinici, e poi dall’osservazione clinica si raccolgono dati che ritornano in laboratorio per migliorare le cure, trovare soluzioni alla resistenza ai farmaci e per superare effetti indesiderati delle terapie.
La ricerca di base rappresenta dunque il punto di partenza per tutte le successive scoperte.
La ricerca preclinica: uno step indispensabile prima della sperimentazione sull’uomo
Dalla ricerca di laboratorio arrivano indicazioni per, ad esempio, una nuova molecola per lo sviluppo di farmaci contro una malattia, prima di valutarne gli effetti sull’essere umano, i ricercatori devono verificarne l’efficacia e soprattutto la sicurezza in cellule e animali di laboratorio. Si tratta della ricerca preclinica, una fase essenziale prima di passare alla sperimentazione umana.
Questo tipo di ricerca serve per valutare un nuovo farmaco, ma anche nuovi strumenti clinici o diagnostici, nuove strategie per la somministrazione dei farmaci.
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