News sul Colangiocarcinoma
Un tumore raro e subdolo del fegato che colpisce oltre 5 mila persone l’anno in Italia. Il suo nome è insolito Colangiocarcinoma, letteralmente significa tumore delle vie biliari, quel sistema di vasi che convoglia la bile prodotta dal fegato. È una malattia che fino a poco tempo fa aveva poche possibilità di cura. Ma oggi le cose stanno cambiando grazie alla Medicina di Precisione e ai farmaci mirati, che offrono speranza a quei pazienti che presentano particolari alterazioni geniche. Per individuare tali alterazioni, si utilizzano sofisticati test genetici denominati Next Generation Sequencing (NGS). L’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena è unico centro di riferimento dalla Regione Lazio di profilazione molecolare NGS per la gestione dei Tumori rari del tratto digerente, fra cui il colangiocarcinoma. La prescrizione del test NGS può ora essere effettuata tramite l’utilizzo di un nuovo codice CUR per tutti i pazienti affetti da colangiocarcinoma non operabile o recidivato.
Cos’è e quanto è diffuso
Il colangiocarcinoma è un tumore raro ma in significativo incremento su scala mondiale e nazionale, soprattutto per quanto riguarda la forma intra-epatica. Attualmente in Europa in trend è in aumento, soprattutto in Inghilterra (2.17/100.000), Austria (2.67/100.000) e Germania (3/100.000). Per quanto riguarda l’Italia, l’incidenza è di circa 5000 casi attesi all’anno (ovvero l’1% di tutti i nuovi casi di tumore). Questi tassi di incidenza sono tuttavia in aumento continuo di circa il 4,5% all’anno. Si stima infatti che, entro il 2035, a livello mondiale circa il 50% delle cause di morte per tumori primitivi del fegato sarà ascrivibile a questa neoplasia, e nel 2040 rappresenterà la terza causa di morte per cancro.
E’ una neoplasia maligna che ha origine dalla proliferazione rapida e incontrollata dei colangiociti, le cellule che costituiscono le pareti dei dotti biliari. Si tratta di una malattia rara e subdola la cui incidenza sta aumentando in tutto il mondo, che non dà sintomi così chiari e allarmanti da indurre chi ne soffre a rivolgersi al medico. Può originare a livello dei dotti biliari che decorrono dentro il fegato (“intraepatico”) oppure lungo le vie biliari che decorrono fuori dal parenchima epatico (“extraepatico”).
Come sospettarlo, percorso diagnostico
La diagnosi poi non è delle più semplici è quindi necessario indirizzare i pazienti in Centri specializzati di diagnosi e cura. La forma intraepatica spesso resta asintomatica e viene diagnosticata casualmente, mentre la forma extraepatica può manifestarsi con ittero (colorazione gialla di cute e sclere), eventualmente dolore, nausea, stanchezza e perdita di peso. In genere la valutazione clinica e un’ecografia possono far sorgere soltanto un sospetto di colangiocarcinoma. Per arrivare a una diagnosi affidabile è necessario eseguire esami più approfonditi, come la TAC, la colangio-RM , la colangio-pancreatografia retrograda endoscopica (CPRE), e la biopsia epatica. Poche cellule provenienti dal fegato possono essere utilizzate per una diagnosi istologica precisa ed accurata che ci permette di mettere in campo tutte le opzioni terapeutiche di cui disponiamo. Il materiale agobioptico che giunge all’anatomia patologica è utilizzato sia per “smascherare” il tumore che per trovare le alterazioni molecolari che consentono la terapia più corretta.
Trattamenti tradizionali
Dopo un lungo percorso di indagine, al momento della diagnosi solo in un paziente su cinque la localizzazione e le caratteristiche del tumore sono tali da consentire una sua asportazione chirurgica. In questi casi il trattamento può essere risolutivo. Se il tumore è localmente esteso o diffuso ad altre sedi oltre al fegato, il trattamento chirurgico non sarebbe adeguato e sarà necessario ricorrere a trattamenti sistemici come la chemioterapia (a base di derivati del platino e gemcitabina) o le terapie a bersaglio molecolare o l’immunoterapia.
Ricerca e terapie innovative
Grazie alla ricerca stanno aumentando le informazioni sulla biologia di questa malattia, e la scoperta di farmaci a bersaglio molecolare che permettono di raggiungere importanti progressi nelle terapie. L’ Istituto Regina Elena è centro di riferimento regionale per i test NGS per i Tumori rari del tratto digerente. La profilazione molecolare utilizza pannelli multigenici in grado di identificare le alterazioni per le quali sono disponibili farmaci a bersaglio molecolare. Nello specifico del colangiocarcinoma è fondamentale quindi rilevare tutti i marcatori predittivi di risposta a terapia target, come ad esempio fusioni dei geni FGFR2 e NTRK1-3, e le mutazioni dei geni IDH1, BRAF, MMR. Affinché la profilazione molecolare di questa neoplasia venga effettuata in modo accurato e preciso sono stati ampliati i pannelli NGS così da garantire la migliore opzione terapeutica.
L’Istituto utilizza la tecnologia di sequenziamento genico avanzata nota appunto come NGS, finalizzata a documentare la presenza di mutazioni in un pannello di geni selezionati tra quelli con maggiore rilevanza biologica e clinica. Un numero crescente di queste alterazioni può essere bersaglio di terapie mirate delle quali i pazienti si possono beneficiare La lista delle molecole target therapy è sempre più lunga, così come la scoperta di nuovi bersagli. L’impegno è di identificare queste alterazioni molecolari al fine di definire in modo personalizzato la scelta terapeutica del paziente, con grande vantaggio in termini di efficacia, di tossicità e di impatto sulla qualità di vita del paziente.