
La cura del tumore al seno sta cambiando volto: non è più il singolo specialista, ma un team integrato a guidare diagnosi, terapie e qualità di vita delle pazienti. Dal laboratorio al letto del paziente, dalla cellula tumorale al benessere estetico e psicologico: ogni fase del percorso oncologico trae vantaggio dall’integrazione tra competenze diverse, che permette di offrire cure più precise, meno invasive e più efficaci. Un confronto importante sul tema si è tenuto oggi al congresso dell’Istituto nazionale Tumori Regina Elena (IRE), dove oncologi, chirurghi, psicologi, dermatologi estetici e ricercatori hanno raccontato come la vera innovazione sia lavorare insieme. L’evento dal titolo: “La Multidisciplinarietà nel Carcinoma della Mammella. Integrazione uguale crescita”, è stato organizzato e promosso dall’oncologa Patrizia Vici, Responsabile dell’Unità di Sperimentazioni di Fase IV IRE, dedicata allo studio e al trattamento del carcinoma alla mammella.
“Una paziente con tumore al seno non ha solo bisogno di una terapia oncologica, ma anche di sentirsi di nuovo bene con sé stessa, nella propria pelle, nella propria vita relazionale e affettiva – spiega Patrizia Vici –. È per questo che accanto a noi lavorano dermatologi estetici, sessuologi, nutrizionisti, psicologi. Non è un ‘di più’: è parte della cura.”
Il modello vincente è quello delle Breast Unit, dove esperti di diverse discipline lavorano insieme per prendersi cura dell’individuo nella sua complessità e non solo della malattia che l’ha colpito. Un metodo che, come hanno mostrato studi internazionali, migliora la sopravvivenza e riduce gli effetti collaterali delle terapie.
Non si tratta solo di un approccio più umano, ma anche più scientifico: dal confronto continuo tra specialisti possono nascere nuove ipotesi cliniche, nuove strategie terapeutiche, studi di laboratorio che partono dall’osservazione quotidiana. È così, ad esempio, che nuove combinazioni di farmaci possono essere testate o che si arriva prima a osservare una resistenza al trattamento.
Questo modello integrato è realtà quotidiana agli Istituti Regina Elena e San Gallicano, dove la multidisciplinarietà è prassi consolidata e condivisa anche grazie alla istituzione dei Team Multidisciplinari di Malattia (Disease Multidisciplinary Team – DMT), vale a dire gruppi coordinati di tutte le professioni mediche e sanitarie che si incontrano periodicamente per coniugare sapere clinico, scientifico, organizzativo e sociologico.
“Oggi possiamo dire che ogni paziente ha alle spalle non un medico, ma un’intera squadra. E questo fa la differenza.”