La Biopsia Prostatica Fusion è la forma di Biopsia prostatica più tecnologica e affidabile al momento disponibile, in quanto consente di identificare tumori della prostata fino al 70% dei casi.
Tale metodica diagnostica viene definita Fusion in quanto si basa su una ricostruzione 3D della prostata derivata dalla Fusione di immagini di Risonanza Multiparametrica della prostata (che il paziente ha precedentemente eseguito) e immagini ecografiche che vengono eseguite in tempo reale al momento della biopsia. I software di Fusione possono essere di tipo rigido (basata sulla semplice sovrapposizione delle immagini contornate) o di tipo elastico (il software esegue una correzione dei contorni RM e ecografici, riducendo l’errore di sovrapposizione delle immagini ad 1 mm). La ricostruzione 3D della prostata, derivata dalla Fusione di immagini RM ed ecografiche, consente di riportare le aree sospette identificate alla risonanza che ecograficamente non sono evidenti. In questo modo è possibile mirare e bioptizzare il “target” che invece con una biopsia tradizionale ecoguidata potrebbe essere mancato. Inoltre con la biopsia prostatica fusion si possono eseguire prelievi sistematici di mappaggio della prostata e memorizzare la traiettoria delle biopsie eseguite per eventuali “second look”, cioè biopsie future.
La biopsia prostatica può essere eseguita per via transrettale o per via transperineale; il primo approccio può essere eseguito in anestesia locale in ambulatorio mentre il secondo necessita di una sedazione e pertanto viene eseguito in sala operatoria.