Cistectomia radicale

Quando è presente un tumore della vescica di alto grado, che  infiltra la parete (=stadio elevato) è necessario togliere la vescica (=cistectomia) per evitare che le cellule del tumore diffondano e diano metastasi.

La cistectomia è inoltre indicata in:

  • Presenza di malattia voluminosa e sanguinante non controllabile con altri mezzi terapeutici, indipendentemente dal grado del tumore.
  • Presenza di malattia occupante un’ampia superficie vescicale con concomitante carcinoma in situ (CIS)
  • Malattia recidiva confinata alla tonaca mucosa dopo risposta parziale/assente alla chemioterapia o immunoterapia endovescicale

I tessuti asportati saranno poi esaminati al microscopio per ottenere un esame istologico che consenta di stabilire in maniera definitiva il grado di aggressività della malattia e di valutarne l’estensione locale. Sarà così possibile attuare le opportune scelte cliniche e programmare la prosecuzione delle cure sulla base delle reali caratteristiche tumorali.

La cistectomia “standard” consiste nell’asportazione della vescica e dei tessuti circostanti con varie estensioni a seconda delle indicazioni cliniche:

  • Cistectomia totale: consiste nell’asportazione di prostata, vescicole seminali e vescica nell’uomo, mentre nella donna di vescica, parete vaginale anteriore e utero.
  • Cistectomia radicale: come la cistectomia totale con in più l’asportazione dei linfonodi pelvici (iliaci esterni, interni ed otturatori). La linfadenectomia limitata a queste regioni anatomiche si definisce anch’essa “convenzionale” o “standard”.

Al fine di ottenere un miglioramento dei risultati funzionali relativi alla continenza urinaria e alla funzione sessuale postoperatoria è possibile attuare.

  • Cistectomia radicale con intento “nerve-sparing” (uomo): si tratta di asportare nell’uomo la vescica, la prostata, le vescicole seminali, risparmiando i nervi erigenti che scorrono all’esterno della parete della vescica e della prostata.
  • Cistectomia radicale con intento “seminal-sparing” (uomo) o “sex sparing” (donna):
    si tratta di asportare nell’uomo la vescica, la ghiandola prostatica con la porzione di uretra al suo interno conservando il plesso pelvico, le vescicole seminali, ed i nervi erigenti che scorrono all’esterno della parete della vescica e della prostata. Nella donna si tratta di asportare la vescica conservando il canale vaginale, l’utero, le tube, le ovaie.

Queste tipologie di intervento definite “conservative” hanno delle indicazioni altamente limitate e selettive (tumori di basso stadio).

Qualunque sia la tecnica indicata nel caso specifico, essa dipende dal tipo di malattia presente in vescica:

  • grado istologico,
  • stadio (= grado di infiltrazione della parete),
  • multicentricità delle lesioni,
  • estensione delle lesioni
  • sede delle lesioni

L’approccio chirurgico può essere eseguito: “a cielo aperto”, praticando un’incisione della cute tra ombelico e pube o robotico, in cui degli strumenti miniaturizzati sono collegati ad un robot, a propria volta manovrato dal chirurgo. La radicalità oncologica è la medesima indipendentemente dalla tecnica chirurgica prescelta.
I candidati ideali per questo tipo di intervento sono tutti i pazienti che, avendo una malattia non metastatica alla diagnosi, possono essere guariti dall’intervento, o ottenere da esso la maggiore probabilità di cura/controllo di malattia.

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