Nefroureterectomia

La Nefroureterectomia è un intervento chirurgico, eseguito in anestesia generale, finalizzato alla rimozione di tutta l’alta via escretrice (cioè rene, uretere e suo sbocco in vescica) affetta da patologia neoplastica. In casi selezionati, può essere opportuna la rimozione dei linfonodi locoregionali (piccole ghiandole che possono essere sede di metastasi tumorale).
Il materiale asportato è poi sottoposto ad esame istologico per definirne la natura: infatti, la quasi totalità delle neoplasie dei calici renali (gli imbutini che raccolgono l’urina appena prodotta dal rene), della pelvi renale ( il bacinetto in cui si svuotano i calici renali) e dell’uretere (il tubicino che trasporta le urine dalla pelvi renale alla vescica) è maligna. L’esecuzione della linfadenectomia, cioè l’asportazione delle piccole ghiandole linfatiche, possibili sedi di metastasi, non è ancora uno standard; tuttavia, laddove si identifichino linfonodi sospetti per malignità, ne è raccomandata l’asportazione in corso di intervento.
La procedura può essere condotta con approccio “a cielo aperto”, cioè mediante una incisione di alcuni centimetri che consenta l’accesso al rene, “laparoscopico”, con strumenti miniaturizzati introdotti per mezzo di millimetriche incisioni cutanee o “robotico”, in cui gli strumenti laparoscopici vengono mossi da un robot, controllato a distanza dal chirurgo. Le ultime due tecniche, definite “mini invasive”, hanno la stessa efficacia oncologica della prima ma si associano ad un minor tasso di complicanze ed assicurano una ri presa più rapida dopo il trattamento.
Sono candidabili a nefroureterectomia tutti i pazienti affetti da una neoplasia dell’alta via escretrice (calici, pelvi renale e/o uretere).

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