Surrenalectomia

Si stima che in Italia l’incidenza di tumori del surrene è di 1-2 casi su un milione di persone. Solo nel 30 per cento dei casi la diagnosi avviene in fase precoce.
Il tumore colpisce più spesso persone di età compresa fra i 30 e i 50 anni. Un altro sottogruppo a maggiore rischio rispetto alla popolazione generale è costituito dai bambini di età inferiore ai 5 anni. I fattori di rischio non sono noti.
I possibili interventi chirurgici sulla ghiandola surrenale comprendono:

  • Surrenectomia unilaterale = asportazione di tutta la ghiandola surrenale di un lato; è l’intervento più diffusamente eseguito;
  • Surrenectomia parziale = asportazione esclusivamente di una parte della ghiandola surrenale, in genere un nodulo corticale o una neoplasia della midollare; viene proposto solo in casi accuratamente selezionati e deve essere eseguito da operatori altamente esperti, perché espone a un maggiore rischio di recidive locali e reinterventi;
  • Surrenectomia bilaterale = asportazione di entrambe le ghiandole surrenali, sia a destra sia a sinistra; l’assenza di tutti i due surreni causa un’insufficienza corticosurrenalica e deve essere trattata con un’attenta terapia ormonale sostitutiva;
  • Surrenectomia allargata = asportazione di una ghiandola surrenale e di altri organi e strutture vicine, coinvolte dalla patologia.

La tecnica open (= a cielo aperto) si avvale prevalentemente di una via di accesso sottocostale anteriore o di una via di accesso lombotomica posteriore.

La surrenalectomia videolaparoscopica  si avvale di tre piccoli accessi chirurgici centimetrici o subcentimetrici e presenta notevoli vantaggi: consente di asportare il surrene senza penetrare la cavità addominale; permette di intervenire in maniera video-assistita in pazienti con pregresse chirurgie addominali, evitando le aderenze anteriori; e offre la possibilità di eseguire surrenectomie bilaterali senza dover riposizionare il paziente. Laddove possibile e indicato, si esegue sempre una surrenectomia con approccio video-assistito, in quanto risulta meno traumatica per il paziente, permette un più rapido recupero postoperatorio con minore dolore e minore degenza e dà esito a risultati estetici significativamente migliori.

La tecnica robotica consente di operare con un ingrandimento visivo fino a circa 20 volte e con una visione tridimensionale. Questo permette al chirurgo di apprezzare la profondità di campo, cosa non possibile ad esempio con la tecnica laparoscopica pura. La visione intraoperatoria robotica permette di riconoscere anche i più piccoli dettagli anatomici e di eseguire l’intervento con una accuratezza significativamente superiore a quanto sia possibile ottenere con la chirurgia a cielo aperto (=open) o con la chirurgica laparoscopica classica.
Attraverso questa metodica è possibile eseguire delle dissezioni chirurgiche estremamente precise e selettive da un punto di vista anatomico. In casi altamente selezionati pertanto è possibile eseguire un approccio conservativo della ghiandola surrenalica (=surrenalectomia parziale) limitando l’escissione chirurgica alla sola massa risparmiando così del tessuto ghiandolare surrenalico funzionante. Il vantaggio di questo approccio si traduce in un potenziale vantaggio dal punto di vista funzionale, poiché il tessuto surrenalico residuo continuerà a svolgere teoricamente la sua funzione naturale ovvero produrre gli ormoni responsabili dell’equilibrio (=omeostasi), elettrolitico ed ormonale del paziente.

Gli strumenti robotici miniaturizzati vengono manovrati dal chirurgo attraverso una console elettronica situata vicino al paziente.

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