Carcinoma Midollare della Tiroide

Quale patologia seguiamo?
Il carcinoma midollare della tiroide (CMT) è un tumore neuroendocrino che origina dalle cellule C, o cellule parafollicolari, della tiroide derivanti dalla cresta neurale. Queste cellule producono un ormone, denominato calcitonina. Il CMT rappresenta il 5-10% di tutti i tumori tiroidei. La maggior parte (circa il 75%) dei CMT sono sporadici, mentre il restante 25% dei casi è di tipo ereditario che può presentarsi isolato (carcinoma midollare familiare – FCMT) o associato ad altre neoplasie (neoplasie endocrine multiple di tipo 2 – MEN2A e MEN2B). L’incidenza annuale di CMT è stimata intorno a 0,1-0,2/100.000 abitanti.

Quando sospettarlo
Il segno più comune del CMT è un nodulo all’interno della ghiandola tiroidea che, se di dimensioni rilevanti, potrebbe essere individuato al tatto del collo in corrispondenza dell’organo. In rari casi, generalmente i più aggressivi, il cancro può manifestarsi già all’esordio come una massa estesa nel collo, in corrispondenza della tiroide e dei linfonodi latero-cervicali, che cresce rapidamente. La funzione tiroidea non è quasi mai alterata dalla presenza dei noduli e spesso il/la paziente non ha alcun disturbo specifico.

Come fare diagnosi?
In presenza di un nodulo tiroideo sospetto è indicato eseguire un ecocolordoppler della tiroide e un prelievo ematico per lo studio della funzione tiroidea, della calcitonina e del CEA.

Diagnosi sospetta. Come confermarla? Quali test eseguire?
Al fine di accertare la presenza di un CMT, oltre al rilievo di un aumento della calcitonina sierica, in assenza di condizioni interferenti, occorre eseguire un agoaspirato ecoassistito del nodulo tiroideo sospetto con eventuale dosaggio della calcitonina sul liquido di lavaggio della punta dell’ago. In caso di valori dubbi di aumento della calcitonina può essere utile eseguire esami di laboratorio di secondo livello (test al calcio gluconato per calcitonina).

Diagnosi accertata: cosa fare?
In caso di diagnosi accertata di carcinoma midollare della tiroide è necessario effettuare uno studio ecografico accurato dei linfonodi del collo per una più corretta programmazione chirurgica. In caso di linfonodi sospetti sarà programmato un agoaspirato ecoassistito linfonodale con dosaggio della calcitonina su liquido di lavaggio della punta dell’ago. Inoltre, saranno effettuati una stadiazione strumentale completa della malattia e il dosaggio delle metanefrine urinarie per escludere la presenza di una neoplasia surrenalica associata (feocromocitoma). Il successivo iter terapeutico deve essere condiviso da un gruppo multidisciplinare di specialisti/e, Disease Management Team dei Tumori della Tiroide (DMT). Il tipo di trattamento e follow up verrà definito in base alle condizioni cliniche del/la paziente, all’estensione della malattia e alla diagnosi istologica definitiva.
Ulteriore strumento per la gestione di casi clinici complessi è il Molecular Tumor Board (MTB), tavolo di discussione volto all’individuazione di profili terapeutici personalizzati all’avanguardia per il trattamento di pazienti oncologici in un’ottica di medicina personalizzata e di precisione.

Iter terapeutico
L’iter terapeutico prevede l’intervento chirurgico di tiroidectomia totale e linfectomia del comparto centrale associato o meno a linfectomia laterocervicale del collo.
Una volta confermata istologicamente la diagnosi di CMT sarà proposta l’analisi genetica. Mediante un prelievo ematico sarà possibile identificare mutazioni del proto-oncogene RET (10q11.2). L’identificazione della mutazione germinale riveste ruolo fondamentale perché permette di individuare i familiari asintomatici portatori della mutazione, portando a una terapia precoce con impatto positivo sull’outcome di malattia.
Le forme sporadiche di CMT non presentano mutazioni germinali, ma possono avere comunque mutazioni di RET a livello somatico, cioè nel tessuto tumorale. Tale informazione può essere utile per eventuale inserimento in trial clinici di sperimentazione di trattamenti innovativi.

L’Unità Operativa di Endocrinologia Oncologica fa parte della Rete Endocrino-Metabolica della Regione Lazio e, per le competenze di cui dispone e l’elevato grado di complessità dei casi gestiti, è stata identificata come HUB per la patologia tiroidea.
A livello europeo l’Istituto fa parte del network ERN-EURACAN, una rete sui tumori solidi rari dell’adulto che ha lo scopo di affrontare e condividere condizioni complesse che richiedono cure altamente specializzate.
La Prof.ssa Appetecchia è referente per il gruppo dei tumori neuroendocrini e dei tumori endocrini e per la rete regionale delle malattie rare del Lazio, del Sistema Informativo Malattie Rare (SIMaRaL) per Sindromi di suscettibilità al cancro.

Staff clinico
Marialuisa Appetecchia, Responsabile UOSD Endocrinologia Oncologica
Rosa Lauretta, Medico
Marta Bianchini, Medico
Marilda Mormando, Medico
Giulia Puliani, Medico
Fabio De Luca, Coordinatore Infermieristico

Componenti del DMT

Componenti DMT Tiroide Ruolo
Appetecchia Marialuisa  Coordinatore Endocrinologia Oncologica
Marilda Mormando Segretario Endocrinologia Oncologica
Colella Elvira Oncologia Medica 1
Lauretta Rosa Endocrinologia Oncologica
Bianchini Marta Endocrinologia Oncologica
Puliani Giulia Endocrinologia Oncologica
Elia Fulvia  Internista/ecografista
Greco Marcello Radiologia
Kayal Ramy Radiologia
Maggi Gabriella Psicologia
Manciocco Valentina Chirurgia ORL
Marandino Ferdinando Anatomia Patologica
Martayan Alyne Biologia genetica
Marucci Laura Radioterapia
Pasqualoni Rosella Medicina nucleare
Romano Luisa Medicina nucleare
Iannantuono Pasquale Medicina nucleare
Melis Enrico Chirurgia Toracica

Come accedere alla prima visita
inviare mail a : tumori.rari@ifo.it
o telefonare allo 0656222290

Unità Operativa di Endocrinologia Oncologica
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Link utili
Società Italiana di Endocrinologia SIE
Associazione Italiana di Oncologia Medica – AIOM
Associazione Italiana per i Tumori Neuroendocrini It.a.net
European Neuroendocrine Tumor Society ENETS
European Society for Medical Oncology ESMO

Studi Clinici
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Pubblicazioni
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