Tumore della Vescica

La vescica è un organo cavo che funge da serbatoio per l’urina, che, prodotta dai reni, è veicolata tramite gli ureteri (due piccoli condotti che raccordano gli organi suddetti). Mentre l’urina si raccoglie, il serbatoio si espande progressivamente e, al momento opportuno, è in grado di contrarsi obbligando il suo contenuto a passare nell’uretra e, attraverso questo tubicino, all’esterno.
Il tumore della vescica consiste nella crescita di tessuto anomalo all’interno del lume dell’organo. Le forme benigne sono rare; il più delle volte si tratta di neoplasie maligne che assumono la forma di una piccola arborescenza (forma vegetante) o, più raramente, si presentano come una lesione piatta ed arrossata (carcinoma in situ – CIS). Tali tumori possono essere più o meno aggressivi (“basso grado”, G1-G2 ovvero “alto grado”, G3). Quelli che crescono verso il lume della vescica senza coinvolgerne la parete in profondità sono definiti “superficiali” o “non-muscolo invasivi” (Ta, T1): sono i più comuni, di stadio iniziale e possono essere poco aggressivi. Quelli che, invece, si estendono anche in profondità interessando il muscolo detrusore sono definiti, appunto, “muscolo invasivi” o “infiltranti” (T2, T3, T4): sono sempre aggressivi e possono dare metastasi a distanza se non trattati in maniera opportuna e tempestiva. L’insieme di queste informazioni costituiscono lo Stadio di Malattia.
Tali tumori possono manifestarsi in una singola sede o in più punti lungo tutta la via urinaria. Eventuali localizzazioni multiple possono essere contemporaneamente presenti al momento della diagnosi (“sincrone”) o insorgere in momenti successivi (“metacrone”). Per questo motivo, fin dalla prima diagnosi, i soggetti affetti dovranno essere sottoposti ad esami specifici (Uro-TC, citologia urinaria ed uretrocistoscopia) per escludere la contemporanea presenza o la successiva comparsa di altre manifestazioni della medesima malattia in altri tratti della via escretrice.

Fattori di rischio


Il tumore della vescica è più frequente dopo i 60 anni. Il fumo di sigaretta ne rappresenta l’agente causale in più della metà dei casi. Alcune professioni (benzinaio, pittore, parrucchiere…), si associano ad un rischio aumentato, a causa della esposizione a particolari sostanze chimiche cancerogene.

Segni e sintomi


Il riscontro di sangue nelle urine (“ematuria macroscopica” o “macroematuria”) rappresenta quasi sempre il sintomo d’esordio. A volte la neoplasia causa sintomi disurici quali urgenza minzionale, aumentata frequenza, bruciore: questi disturbi, tuttavia, sono aspecifici e solo raramente conseguono alla presenza di un carcinoma vescicale.
Gli esami solitamente necessari nel sospetto di neoplasia vescicale sono:

  • Citologia urinaria su tre campioni: per la ricerca di cellule neoplastiche nelle urine
  • Ecografia dell’apparato urinario: utile per identificare neoformazioni vegetanti maggiori di 5 mm e per diagnosticare un’eventuale dilatazione degli ureteri (detta idronefrosi) che si verifica quando il loro sbocco in vescica è interessato dalla malattia
  • Uro-TC e/ Uro-RM: per valutare l’estensione locale della malattia e dimostrare eventuali localizzazioni secondarie
  • Uretrocistoscopia: è un esame ambulatoriale che consente all’urologo di esplorare il lume di uretra e vescica per il tramite di uno strumento sottile e flessibile, simile ad un catetere provvisto di telecamera, che consente di apprezzare con precisione il numero, la sede e le dimensioni di eventuali neoplasie. L’utilizzo di una luce blu radente (NBI – narrow band imaging) può aiutare nella identificazione delle lesioni piatte, difficilmente visibili con la tradizionale cistoscopia a luce bianca.

Terapia del Tumore della Vescica Superficiale-Non Muscolo Invasivo

La TURB (resezione trans-uretrale della neoplasia vescicale) consiste nella rimozione chirurgica endoscopica del tumore. Tale procedura, semplicisticamente assimilabile ad una cistoscopia “operativa”, assume sia una valenza diagnostica che terapeutica. La neoplasia (talvolta asportata “en-bloc”, altre volte in frammenti) viene inviata all’anatomopatologo che la esaminerà da un punto di vista microscopico definendone i caratteri di aggressività ed estensione locale.
Nelle forme superficiali, non è quasi mai indicata l’asportazione completa dell’organo e la resezione endoscopica rappresenta l’unico approccio terapeutico necessario. Successivamente, possono essere opportune terapie farmacologiche con chemioterapici o sostanze ad azione immunomodulante allo scopo di ridurre il rischio di un possibile ritorno di malattia.

Terapia del Tumore della Vescica Infiltrante - Muscolo Invasivo


I tumori muscolo-invasivi rappresentano circa un quarto dei casi totali. Considerato il loro comportamento aggressivo e l’elevato rischio di disseminazione, si rende indispensabile la rimozione chirurgica di tutta la vescica (“Cistectomia Radicale”) e dei linfonodi (piccole ghiandole situate in prossimità dell’organo malato che possono ricevere le cellule neoplastiche qualora queste abbiano imparato ad allontanarsi dalla sede primaria) (“linfadenectomia pelvica”). Contestualmente, il più delle volte, sono rimossi anche i genitali interni (utero, tube ed ovaie nella donna, prostata e vescicole seminali nel maschio). Tale procedura può essere eseguita, con ottimi risultati, sia con approccio tradizionale (cioè “a cielo aperto”) o tramite centimetriche incisioni praticate sulla cute che consentano l’introduzione di sottili strumenti robotici (“laparoscopia robotica”).
Rimosso l’organo che funge da serbatoio delle urine, queste debbono essere derivate all’esterno, in una sacchetta amovibile applicata sulla pancia, attaccando gli ureteri alla cute direttamente (ureterocutaneostomia) o per il tramite di un piccolo tratto di intestino (ureteroileocutaneostomia secondo Bricker). In casi selezionati è altresì possibile confezionare una nuova vescica, sempre utilizzando l’intestino, ottenendo così un risultato esteticamente più gradevole, al prezzo, però, di un impegno maggiore da parte del paziente, il quale dovrà aver cura di vuotare frequentemente l’organo così ricostruito, denominato “neovescica ileale ortotopica”.
Da ormai 10 anni, l’Urologia dell’Istituto Regina Elena è la struttura complessa italiana col più alto volume di cistectomie radicali eseguite per carcinoma vescicale. Per prima, ha standardizzato la tecnica robotica con derivazione totalmente intracorporea, cioè con ricostruzione dell’organo effettuata completamente in laparoscopia, senza il ricorso ad ulteriori incisioni addominali di servizio, ed è in grado di offrire, in casi selezionati e se oncologicamente opportuno, il risparmio degli organi sessuali (cistectomia robotica “organ-sparing”, “sex-sparing” o “nerve-sparing”). Si tratta di interventi molto complessi, eseguiti in pochi centri di alto livello nel mondo, che permettono di ottenere un minor sanguinamento intraoperatorio e una più rapida ripresa nel post operatorio, anche da un punto di vista sessuale laddove sia stato possibile preservare le strutture anatomiche preposte.

Modulistica/Consenso Informato

Gentile paziente,
troverà in allegato i fogli informativi riguardanti le preparazioni e le modalità di esecuzione degli esami che dovrà eseguire e il consenso informato all’esecuzione dell’esame.

Chiediamo gentilmente di riportare il consenso informato il giorno dell’esame, che vorrà firmare in presenza del personale del reparto.

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