Diagnostica Molecolare

Il settore della biologia molecolare applicata all’anatomia patologica e alla caratterizzazione genetico-molecolare delle neoplasie è in grande e crescente sviluppo, e l’utilizzo delle nuove tecnologie permette una più ampia e migliore definizione delle caratteristiche biomolecolari dei processi neoplastici, utilizzabili nella pratica clinica a fini diagnostici, prognostici e terapeutici.
Oltre ai biomarcatori con già validata rilevanza clinica, l’Unità Operativa studia, anche in collaborazione con altre strutture istituzionali, marcatori biologici di recente proposizione o del tutto originali, onde valutarne l’utilità e la trasmissibilità nella pratica clinica.
Il settore genetico-molecolare ha pertanto assunto una grande e crescente rilevanza nell’ambito delle attività della Unità Operativa, in particolare a partire dal 2008 anche in seguito all’acquisizione e all’installazione di un sequenziatore di DNA (Genetic Analyzer Applied Byosystem 3130).
Nel corso degli ultimi anni si è pertanto registrato un notevole sviluppo ed una crescente attività dei laboratori di biologia molecolare applicata alla anatomia patologica, che negli anni precedenti erano attivi soprattutto nella identificazione e caratterizzazione genotipica del Virus del Papilloma Umano (HPV) nelle patologie dell’apparato genitale femminile (test HPV/HC2 per la identificazione dei genotipi ad “alto rischio”). In particolare è possibile eseguire di routine nella Unità Operativa prestazioni relative alla definizione dello stato mutazionale dei seguenti geni implicati nella trasformazione neoplastica: K-RAS (carcinoma del colon-retto),
EGFR carcinoma del polmone non a piccole cellule),
C-KIT e PDGFR-alpha (tumori stromali gastrointestinali/GIST), e
B-RAF (carcinoma del colon-retto, melanoma e carcinoma papillare della tiroide).
La presenza di mutazioni dei geni K-RAS, B-RAF e EGRF viene attualmente studiata con metodiche di “real time” PCR (parte dei casi di EGFR anche con sequenziamento), mentre quelle di C-KIT e PDGFR con sequenziamento diretto.
La definizione dello “status” di tali geni consente (tra l’ altro) la determinazione della sensibilità o meno di queste neoplasie al trattamento con farmaci a bersaglio molecolare (farmaci biologici). L’attivazione dovuta a mutazioni di geni coinvolti nella trasmissione del segnale per la proliferazione cellulare è oggi un punto fondamentale nella ricerca applicata alla terapia oncologica. L’evenienza di mutazioni  di geni quali K-RAS, EGFR e B-RAF che codificano per  molecole che rivestono un ruolo chiave nei processi proliferativi cellulari, viene considerata uno degli eventi molecolari più rilevanti nella patogenesi e nella progressione di numerosi tumori solidi (colon-retto, polmone, melanoma).
Nello specifico lo “screening” mutazionale per i geni k-ras, B-RAF, EGFr, C-KIT, PDGFR offre la possibilità di una selezione più mirata dei pazienti affetti da carcinoma del colon-retto, del polmone o da GIST (tumori stromali gastrointestinali), che si possono giovare di terapie con farmaci biologici a bersaglio molecolare. Ad esempio, nei pazienti con carcinoma del colon-retto la somministrazione del farmaco biologico (anticorpi monoclonali anti EGFR) è indicata (solo) nei casi che non presentano mutazioni del gene K-RAS, mentre nel caso delle neoplasie polmonari (ed in particolare nell’ adenocarcinoma) la somministrazione del farmaco biologico (inibitori della tirosina-chinasi) è indicata nei pazienti che presentano mutazioni del gene EGFR.
Analoghe implicazioni terapeutiche vanno considerate per i casi di GIST che presentano mutazioni di C-KIT o di PDGFR. La UOC di Anatomia Patologica è stata tra le prime nella regione Lazio ad utilizzare tali metodiche nella routine diagnostica a partire dal 2008, ottenendo nel 2010 la certificazione di qualità per la valutazione dello stato mutazionale di K-RAS, nel 2011 di EGFR, e nel 2012 di B-RAF da parte della commissione tecnica di AIOM/SIAPEC.
Nella Unità Operativa vengono inoltre studiati il riarrangiamento di ALK (EML4-ALK) con metodica FISH nel carcinoma polmonare, lo stato di metilazione del promotore del gene MGMT nelle neoplasie gliali (che consente di definirne la sensibilità al trattamento con chemioterapici alchilanti), l’ instabilità micro-satellitare nel carcinoma del colon-retto, e sono inoltre effettuabili nella routine diagnostica studi di clonalità (riarrangiamento dei geni delle immunoglobuline e del TCR) nei linfomi in generale, e lo studio del riarrangiamento di alcuni specifici oncogeni (BCL2, C-MYC, ALK) – nonché lo studio della presenza del virus di Epstein-Barr (EBV) –  in particolari tipi di linfoma.
Una ulteriore e qualificante attività della Unità Operativa nel  settore di diagnostica molecolare è rappresentato dalla determinazione della presenza di (micro)metastasi nei linfonodi sentinella nelle pazienti con carcinoma della mammella con metodica OSNA (One Step Nucleic Acid Amplification ). L’applicazione di tale metodica, introdotta da tempo, ha avuto un progressivo sviluppo e un crescente impiego clinico nel corso degli ultimi anni, consentendo così di ampliare la già rilevante casistica, e fornendo ulteriori dati di correlazione clinico-patologica oggetto di pubblicazione scientifica. Tale metodica consiste nella valutazione intra-operatoria mediante una tecnica di RT-LAMP (amplificazione isotermica “loop” mediata) del mRNA della citocheratina 19, e consente di determinare la presenza di (micro)metastasi nel linfonodo sentinella delle pazienti con carcinoma mammario, limitando l’ esecuzione della linfoadenectomia ascellare ai soli casi di dimostrata positività (risparmiando in questo modo tale procedura invasiva alle pazienti che non la necessitino).
Le prestazioni sono effettuate sia per utenti esterni in regime ambulatoriale (previa presentazione delle apposite impegnative regionali), sia per pazienti in regime di ricovero ordinario o assimilati (“day hospital”, “day surgery”), su richiesta dei medici responsabili dei reparti.
Tempi di emissione/consegna dei referti (dalla data di accettazione dei campioni) : 5-10 giorni lavorativi (in base al grado di complessità del caso).
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